IR CICLO DELLA VITA

Un m’ariordo s’era ‘n proverbio o na citassion che parlava delli stadi della vita: l’età della spensieratessa, l’età dell’amori, de’ llavoro e de’ rïordi.

Io lai com’è vero, mi ci ritrovo appien (e purtroppo l’ho passati tutti!).



A’ bbimbi ni s’addice di gioà;
ninnoli, inezie, giöàttoli e balocchi
ènno per loro la vera utilità.
Di giòi si ricórmin anco l’occhi,
di passatempi riempìno la vita
e l’allegressa un è mai finita.

A’ ggiovini s’addice più l’amore;
coll’innammoramenti fanno a gara
e piglin delle cotte a tutte l’ore.
La vita, a vorte gaia a vorte amara,
è fatta di fervori e di passioni
di fòi di paglia o grandi infatuassioni.

L’adurto invece campa per e ssordi.
Nella su’ vita c’è solo la fadïa;
un fa che lavorà, poghi ‘ bbagordi,
e suda per la pancia e per la fïa.
Cià la famiglia, sai, da mantené;
si pòl scordà le gioie ed ir piacé.

Ir vecchio infine vive di rïòrdi
e passa r tempo a rimembrà sortanto
de ssu’ malanni, de ssu’ anni ‘ngordi,
della vita che ha perso ormai l’incanto,
di vanto avrébbe potuto realiszzà,
di vanto tempo ha bùtto, senza fà.


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