le rigette di nonna Alige

Sotto la pòi legge, ma se stiacci vàla pòi anco sentì.
(è come pagina 777, ma per e ccei)


FRITTATA D’OVA DI RANOCCHIO

Ciao a tutte le ascoltatrici e spero anche l’ascoltatori, che uomini cuochi ce ne sono tanti, anche se di quelli a me me ne importa pochino.

Questa rassegna di cucina mi è nata spontanea quando su in soffitta ho ritrovato il libro delle ricette della mi nonna Alice; che però non è un libro ma un quaderno di scuola di quelli colla copertina nera che ci vengono sempre le becche all’angoli, che lè ci scriveva le sue ricette migliori.

Per cominciare questa rubrica oggi vi propongo una frittatina d’ova di ranocchio.

Nel quaderno della mi nonna Alice ci sono tante ricette coi ranocchi perché qui dietro ciabbiamo uno stagno e nonna si serviva spesso dei beni della natura per fare la sua cucina; un po’ alla volta vedremo anche altre ricette, tutte a base di carne, ricavate dalle prelibatezze che ci dona il laghetto, come le zampe di salamandra in agrodolce, l’ali di libellula fritte, le code di boddacchini allo iogurte e così via.

Ora mi viene un dubbio, non credo che tutti ciavete dietro casa uno stagno, e mi rendo conto che un’è facile trovà l’ova di ranocchio, è come trovà l’ova di struzzo che non siamo mica in australia no?

Semmai si trovano l’ova di stronza, dalla mi vicina che mi manda sempre il cane a piscià sulle rote dell’ape, che siccome io sto proprio in mezzo al paese e le stradelle sono strette e un c’è posto, l’ape la tengo nel salotto e il cane mi bagna sempre anche il tappeto che un’è bono a prende la mira delle rote.

Ma torniamo alla ricetta, se un ciavete il laghetto o neanche un botro, un fa niente che tanto quelle robe li che servono, ormai si trovano anche al supermercato nel reparto della cucina cinese no?

Li ci si trova anche le code di rospo che sono d’importazione per forza, che i ranocchi nostrani la coda non ce l’hanno mica no? un son mica boddacchini.

E veniamo alla nostra ricetta.

Per prima cosa dovete prendere l’ova, ne servono 412 – 415 a persona.

La meglio cosa è se prendete le uova partorite da un giorno, ma prima che siano fecondate che sono più buone e tenerelle; basta che ci fate la posta di notte per scacciare i ranocchi maschi e risolvete il problema.

Per prenderle vi consiglio un retino come quello per catturare le farfalle che sennò, colle mani, quando tirate quella lunga fila di gelatina che trattiene l’ova vi si spezza continuamente che dovete lavorà di più (se però le prendete al supermercato cinese il retino nor serve, basta il carrello).

A questo punto l’ova vanno sbattute, ma non si possono sbattere tutte insieme perché fra di loro non fanno contrasto e non si rompono; bisogna prenderle una alla volta, lo levate dalla gelatina, lo mettete in un piatto fondo e con una forchettina piccina, piccina, piccina, piccina lo sbattete bene, bene, bene, bene.

Appena lo avete sbattuto quest’ovino, lo passate in una terrina e uno alla volta fate il procedimento finché tutte l’ova non sono sbattute (o finché la terrina non è piena che quando non ce ne stanno più si smette).

Salate pepate e cuocete in una padella con un filo d’olio.

Se le uova erano ancora da fecondare vi consiglio di girare la frittata intera, se invece sète arivati tardi la mattina e la fecondazione era già avvenuta, è meglio farla strapazzata perché certamente che ci sono tanti ranocchi nello stagno e quindi capita che un uovo è stato fecondato da un ranocchio…, uno da un altro… e così via e se non li mescolate bene l’ovi poi sentite un gusto diverso a ogni boccone; ché ogni ranocchio ha il suo sapore no?

Ma poi fate come vi pare, io me ne sbatto l’ova. A risenticci alla prossima volta, ciao.


frittata d'ova di ranocchio

cosce di ranocchio al profumo di mare

cosce di ranocchio all'odore di bosco

occhi di ranocchi

vitello tonnato

bughi d'ossibughi

salamandre stufate

spiedini di lingua di canarino